Care Compagne di viaggio e cari compagni di viaggio,
Bentornati a Politicamente Scorretto, lo spazio che non va quasi mai in vacanza.
Neanche quando vorrebbe. Neanche con 38 gradi percepiti e il neurone sudato.
Perché sì: è estate.
Quel periodo magico in cui tutto si scioglie — i gelati, le agende politiche, la memoria collettiva.
Le temperature sono roventi, il meteo è instabile, e l’umore… dipende da quanto è lontano il condizionatore.
Ogni giorno ci svegliamo con lo stesso dubbio: oggi tempesta tropicale o forno sahariano?
E mentre l’anticiclone Caronte fa a pugni con il ciclone Minosse — perché pure il meteo ormai ha preso la piega mitologica — noi proviamo a staccare la spina.
Ma, domanda scorretta: “si può davvero staccare la spina in un mondo che brucia?”
Perché i problemi non vanno in vacanza, anzi… quando noi andiamo al mare, loro ne approfittano.
La crisi climatica continua a cuocere il pianeta, le guerre continuano a esplodere (facendo orario continuato), i migranti continuano ad affogare nel Mediterraneo, le diseguaglianze continuano a crescere.
E noi? Sotto l’ombrellone, con le notifiche disattivate… e la speranza che a settembre sia tutto magicamente risolto.
Piccolo Spoiler: non lo sarà.
Attenzione: non è un editoriale contro le ferie. Le ferie sono sacrosante. Sancite dalla Costituzione
È l’oblio sociale di massa che ci preoccupa. Quello che ti fa dire: “Non voglio sentir parlare di guerre, clima o politica: sono in modalità off.”
Ecco. Il mondo, purtroppo, non ha il tasto off. E se ce l’ha, non c’hanno detto dov’è.
E allora, sì: stacchiamo. Ma non dimentichiamo.
Beviamo tanta acqua, ma non spegniamo il pensiero. Respiriamo, ma non smettiamo di parlare.
Perché se l’estate è il tempo del corpo che si rilassa, che almeno la coscienza resti in movimento.
E se proprio vogliamo rilassarci, facciamolo bene: con i piedi a mollo e il cervello acceso.
Alla prossima, gente, sempre Politicamente Scorretto. L’editoriale che anche col ventilatore acceso e il sudore sulla fronte è con la testa nel mondo reale.
Caldo, caos e coscienza: il meteo non salverà il mondo
